Soffocati dagli aumenti dei prezzi delle materie prime e il disagio lo palesano sulla Statale 106. Una lotta o una protesta, qual dir si voglia, contro i mulini a vento. Si sentono frustrati gli agricoltori della piana di Sibari, che nella mattinata di ieri a cavallo dei loro trattori si sono portati sulla Statale 106 per rendere note le difficoltà economiche causate da un aumento incontrollato delle materie prime. Sementi, cassette, pedane, gasolio, ma anche i pezzi di ricambio per le macchine usate in agricoltura. Tutto raddoppiato e, in taluni casi, anche triplicato. Una situazione insostenibile e che si consuma con il silenzio assenso da parte degli organi di Governo. «Noi piccoli imprenditori siamo destinati a scomparire e anche le associazioni ci hanno abbandonato». Sentimenti di scollamento con le associazioni di categoria, ma anche con la politica. Amministrazione comunale in primis, che «presa delle beghe politiche non trova il tempo di ascoltarci e il sindaco ci ha concesso appena una toccata e fuga». Ma la protesta non vuole essere polemica. Quello che si chiede è la solidarietà insieme ad azioni concrete per evitare il tracollo di un settore vitale dell’economia del territorio. Il vero zoccolo duro del sistema che regge il circolo virtuoso di lavoro e imprenditoria. È questo il pensiero che accomuna tutti gli agricoltori che ieri, fianco a fianco, hanno voluto attirare l’attenzione, schierando sui margini della statale nel tratto che si interseca lo svincolo per la zona industriale i loro trattori.
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