Portava la pistola alla cintola e maneggiava sostanze stupefacenti come un uomo navigato nonostante fosse poco più che adolescente. I poliziotti della squadra mobile – coordinati dal dirigente Angelo Paduano e dal vicequestore Gianni Albano – ieri mattina hanno eseguito una misura cautelare, emessa dalla Procura della Repubblica presso il tribunale dei minorenni di Catanzaro, nei confronti d’un diciassettenne residente nel comprensorio dell’area urbana bruzia. Il giovane è accusato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione e detenzione e porto d’armi comuni da sparo in luogo pubblico. La misura cautelare scaturisce dall’indagine portata a termine dagli agenti della Mobile e che, a parte l’episodio in sé (abbastanza grave e preoccupante), ha toccato i nervi scoperti d’un fenomeno che non sembrerebbe relegato alle fiction televisive come “Gomorra” o “La paranza dei bambini”, le cui scene – evidentemente ispirate da certe degradate realtà campane – finiscono per influenzare, plasmare, giovani menti, in parte, già predisposte, dalle condizioni ambientali di certi quartieri dove famiglia, parrocchia, oratorio, scuola e istituzioni celebrano – al di là delle buone intenzioni e di tanti bei discorsi che rimangono solo bei discorsi – il loro quotidiano fallimento.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia