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Le fabbriche della cannabis nascoste sul Tirreno cosentino

Cetraro: nelle ultime settimane scoperte vaste piantagioni di marijuana. I carabinieri hanno sequestrato ingenti quantitativi di droga e in alcuni casi anche il materiale per la vendita al dettaglio

Il Tirreno cosentino come la Colombia. Un paragone non azzardato a giudicare dai recenti maxi sequestri di droga che i carabinieri della Compagnia di Paola da oltre un mese stanno eseguendo soprattutto su tutto il territorio di Cetraro.
Da metà settembre i militari hanno scovato diverse piantagioni di marijuana: si tratta di vere e proprie serre con tanto di attrezzature per l’irrigazione e anche altri strumenti utilizzati per queste particolari “colture”. Nell’ambito di specifiche attività di controllo e monitoraggio della zona, i carabinieri hanno notato piantagioni fitte e arbusti molto alti. In alcuni casi, ulteriori accertamenti hanno consentito di appurare che erano piante di cannabis e, quindi, di procedere con il blitz. Quello che spesso balzava agli occhi era anche la “cura” con la quale tali coltivazioni venivano gestite. Poi, l’intervento degli uomini dell’Arma consentiva di scoprire molto altro. Infatti, in alcuni casi, nel corso delle successive perquisizioni domiciliari sono stati trovati, inoltre, altri elementi sospetti come bilancini di precisione, il cellophane per conservare la sostanza stupefacente che è quasi sempre destinato alla vendita al dettaglio. Il numero delle piante scoperte dalle forze dell’ordine ha fatto ipotizzare che l’eccessiva quantità di sostanza stupefacente prodotta non potesse essere esclusivamente destinata all’uso personale. Emblematico, a tale riguardo, l’ultimo sequestro eseguito mercoledì scorso dagli uomini del neo comandante della Compagnia di Paola, il capitano Marco Pedullà.

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