La Procura di Cosenza ha notificato, tra la Calabria e Torre Annunziata (Napoli), un provvedimento di chiusura indagini nei confronti di nove persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di falso in atto pubblico, rivelazione di segreti d’ufficio, abuso d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, coinvolte nell’ambito dell’indagine denominata «Cerchio Magico" condotta dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza con ii supporto della Compagnia di Castrovillari.
Le attività investigative, partite nell’agosto del 2017, hanno fatto emergere elementi di prova nei confronti di un operatore economico del cosentino, attivo da anni nel settore dei beni culturali e di alcuni funzionari della Soprintendenza A.B.A.P. di Cosenza. In particolare sarebbero emerse irregolarità nelle procedure di somma urgenza con riferimento a vari appalti pubblici nel settore dei beni culturali, per i quali i funzionari ministeriali avrebbero proposto alla Stazione Appaltante l’affidamento diretto delle lavorazioni a favore di due ditte riconducibili allo stesso soggetto economico; attestazioni non veritiere, nella contabilità dei lavori, circa l'esecuzione di verifiche sui cantieri che, in realtà, non sarebbero mai state effettuate (o, comunque, effettuate solo da alcuni dei firmatari dell’atto) o il compimento di lavori di fatto non ancora eseguiti. Tra le irregolarità contestate anche lavori che sarebbero stati eseguiti, in alcuni casi, ancor prima che la Soprintendenza di Cosenza avviasse la loro procedura di affidamento, circostanza sintomatica della certezza, da parte dell’aggiudicatario, di ottenere la formalizzazione dell’incarico e atti di gara sottoscritti con riferimento a lavori apparentemente ancora da realizzarsi ma in che in realtà sarebbero già stati eseguiti prima dell’avvio della procedura di affidamento.
Infine, lavori pubblici che sarebbero stati affidati al medesimo soggetto economico dalla Soprintendenza o dal Segretariato regionale del MiC per la Calabria per l’importo complessivo di circa 4 milioni di Euro, nel periodo compreso tra il 2014 e il 2018, corrispondente a circa il 70% di tutti i lavori appaltati nel periodo con violazioni dei doveri di segretezza correlate al proprio ufficio, da parte dei funzionari ministeriali.
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«Non si conoscono, per ora, identità dei protagonisti, luoghi e circostanze precisi ma l’indagine “ Cerchio Magico ”, di cui ieri hanno dato notizia i Carabinieri TPC della Calabria con un comunicato reso pubblico dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini a nove soggetti, tutti dipendenti della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio (ABAP) di Cosenza, all’epoca dei fatti, oltre all’imprenditore da costoro illecitamente favorito, conferma quanto anche questo ramo della pubblica amministrazione sia permeabile ai fenomeni corruttivi». Lo ha affermato la senatrice del Gruppo Misto e componente della commissione cultura, Margherita Corrado.
«Accade specialmente quando si assegnano ad uffici territoriali del Ministero della Cultura (MiC) situati in regioni e province prostrate dal malaffare, dirigenti caratterialmente deboli, molto sensibili, perciò, a pressioni esterne (siano esse lusinghe o minacce), quindi incapaci - secondo la corrado - di stroncare eventuali dinamiche distorte ma incancrenite, nell’istituto, assicurandogli decoro, disciplina ed efficienza. Il teatro dell’operazione “Cerchio Magico”, che, preso spunto da un articolo di stampa del 2017, riguarderebbe fatti accaduti tra il 2014 e il 2018, sembra essere confinato al capoluogo bruzio e la cifra stornata a favore del privato si aggirerebbe, nel complesso, intorno ai 4 milioni di euro. Il danno d’immagine, oltre che erariale, è almeno pari e fa specie che per l’ennesima volta la Soprintendenza di Cosenza (oggi ABAP) confermi la propria fama sinistra… Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con quell’Ufficio ha infatti sentito parlare di cerchi magici, orbitanti intorno al tale funzionario o al tale dirigente, anche ben prima che la pessima riforma Franceschini creasse le soprintendenze cosiddette olistiche. La frequenza delle ispezioni più volte sollecitate ai vertici del MiC dal ‘personale sano’ dell’Ufficio cosentino, che per fortuna è la maggior parte, talvolta disposte effettivamente dal Segretario Generale e tali da produrre relazioni sconcertanti (risolte però in un nulla di fatto quando la palla ripassa alle Direzioni generali ABAP e Organizzazione per le decisioni conseguenti), farebbe del resto insospettire chiunque. Ciò nonostante - ha concluso la Corrado - tutti sanno che ad ogni rinnovo della dirigenza dell’ufficio c’è un’alta probabilità che al Collegio Romano tirino fuori dal cilindro un coniglio spelacchiato, incapace di contrastare o addirittura incline a fare parte del ‘sistema’ che, per fortuna, gli ottimi investigatori del TPC sono riusciti a portare all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria".
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