"Le scriventi segreterie sindacali comunicano a S. Ecc. Prefetto di Cosenza, ai Sig.ri Sindaci dei Comuni della Provincia di Cosenza e alle Aziende dei servizi di igiene ambientale di aver proclamato per lunedì 8 novembre una giornata di sciopero".
A scriverlo sono i rappresentanti delle sigle della FP Cgil, della Fit Cisl e della Uil Trasporti.
"Tale decisione si è resa inevitabile a causa di un incomprensibile atteggiamento di chiusura da parte delle Associazioni datoriali sul rinnovo contrattuale delle lavoratrici e dei lavoratori del settore ambiente, scaduto oramai da 28 mesi.
Abbiamo chiesto alle aziende, rappresentate al tavolo del confronto da Utilitalia, Cisambiente/Confindustria, Assoambiente e dalle Centrali cooperative - proseguono - delle risposte certe su delle gravi problematiche che affliggono gli operatori del settore ma, con un atteggiamento dilatorio, non si è riconosciuto neanche il gravoso impegno di tutti gli operatori e le operatrici che garantiscono un servizio essenziale in condizioni critiche e il grande senso di responsabilità mostrato durante tutta l’emergenza sanitaria.
Riteniamo utile, anche per il bene della comunità, raggiungere in maniera condivisa obiettivi che valorizzino il nostro lavoro, essenziale per garantire la pulizia il decoro e l’igiene migliorando, contestualmente, le condizioni sociali, la salute e la sicurezza di operatrici e operatori del settore, in gran parte anch’essi cittadini della comunità.
In sintesi - evidenziano le tre sigle sindacali - riportiamo la nostra piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo e le proposte delle Associazioni datoriali in rappresentanza delle imprese:
- il raggiungimento di un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro unico che contrasti il fenomeno del “dumping” contrattuale e diventi anche il CCNL di filiera in un’ottica di economia circolare, attraverso l’allargamento del campo di applicazione verso gli impianti di recupero, riciclo e riuso.
- il rafforzamento di un sistema sempre più partecipativo delle relazioni industriali che tenga conto del ruolo sociale e concertativo delle OO. SS territoriali e delle rappresentanze sindacali unitarie, necessario per lo sviluppo e la crescita di imprese sane con servizi di qualità ed economicamente, socialmente e ambientalmente sostenibili;
- l’implementazione delle norme e degli strumenti di prevenzione per salute e sicurezza affinché il settore, che ad oggi è tra le prime posizioni per infortuni spesso mortali, non detenga più questo triste primato e migliori sensibilmente le condizioni di lavoro;
- il consolidamento di norme che evitino forme di precarizzazione nel mercato di lavoro;
- il rafforzamento della normativa sulla formazione continua, anche attraverso un confronto partecipativo per la condivisione dei fabbisogni e dei conseguenti progetti formativi;
- il miglioramento e l’adeguamento della classificazione del personale, riconoscendo le nuove professionalità e le innovazioni tecnologiche e organizzative sviluppate in questi anni nelle attività di pulizia delle città e negli impianti di trattamento dei rifiuti;
- il rafforzamento dell’esigibilità contrattuale della clausola sociale ai fini del mantenimento occupazionale, indipendentemente dalla forma d’impresa;
- il riconoscimento di un accordo economico contrattuale che tenga conto del mancato rinnovo da oltre 2 anni con il conseguente adeguamento delle retribuzioni al crescente costo della vita.
Da parte delle Associazioni datoriali sono state presentate proposte che portano a:
- una flessibilità estrema del sistema degli orari contrattuali di lavoro, utile a rispondere ad alcune organizzazioni dei servizi, spesso legate ad appalti al massimo ribasso e basate esclusivamente su carichi di lavoro insostenibili, che incidono negativamente sulla salute e la sicurezza di lavoratori e lavoratrici;
- lo smantellamento di un sistema di relazioni industriali partecipativo, che rischia di cancellare la contrattazione aziendale e sviluppare una vertenzialità diffusa in un settore che è caratterizzato da bassa conflittualità;
- l’abbattimento delle tutele previste negli articoli del mercato del lavoro, deregolamentando ad esempio la gestione dell’orario part/time in forme intollerabili sia sotto l’aspetto economico che sociale;
- un rinnovo economico quasi irrisorio con l’eliminazione di parti normative del CCNL che danneggerebbero ulteriormente le retribuzioni dei lavoratori delle lavoratrici.
È fin troppo chiaro che, di fronte a un Paese in ripresa economica e con ingenti risorse del PNRR in arrivo anche per il settore, invece di progettare nuovi modelli industriali per la gestione dei rifiuti si pensa di fare impresa solo esclusivamente attraverso il restringimento dei diritti, delle tutele e la riduzione del costo del lavoro attraverso il taglio dei salari, la precarizzazione del rapporto di lavoro e la flessibilità totale della prestazione lavorativa.
Noi immaginiamo ancora un settore capace di garantire sviluppo e crescita, in un equilibrio sostenibile tra tutele e diritti e il miglioramento della qualità del servizio a tariffe corripondenti ai reali costi di mercato, anche in una logica di economia circolare.
Per il Sindacato il settore può crescere solo tramite imprese pubbliche e private con capacità di crescita dimensionale, sviluppo industriale e possibilità di fare investimenti importanti con affidamenti di lunga durata, senza perseguire la sciagurata idea di avere un comparto frantumato in migliaia di piccoli appalti, spesso di breve durata e senza nessuna regola basato solo sul dumping contrattuale.
Il contratto collettivo nazionale è uno strumento fondamentale di coesione tra impresa, lavoratori e comunità locali; il suo rinnovo dopo 28 mesi diventa davvero improcrastinabile. Desideriamo, inoltre, far presente che per il sindacato il ricorso allo sciopero è assolutamente residuale (l’ultima giornata nazionale di sciopero risale al 15 giugno 2016) ma alcune volte il dialogo e la sola responsabilità non sono sufficienti a far comprendere lo stato di necessità.
Naturalmente garantiremo i servizi minimi per limitare i disagi alla comunità locale. In queste ore cercheremo di condividere le nostre preoccupazioni anche con l’Anci Nazionale, dal quale ci aspettiamo un passo concreto per aiutare a sbloccare una trattativa fin troppo problematica e assolutamente dannosa per tutti. Riteniamo necessaria l’assunzione di responsabilità da parte di tutte le istituzioni per contribuire alla risoluzione di questa lunga vertenza ed evitare ulteriori iniziative di mobilitazione che potrebbero ricadere inevitabilmente a ridosso delle festività natalizie.
Sentivano il dovere di segnalare questa situazione affinché, se lo ritenete utile, possiate operare - nell’ambito delle Vs responsabilità e prerogative - per risolvere questa vertenza ed impedire l’inasprimento di un conflitto che non potrà che crescere. Certi che comprenderete quanto esposto, confidiamo nel Vs contributo per tutelare non solo i diritti e le tutele dei lavoratori ma anche quelli della comunità".
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