Calci e pugni e minacce di morte ai genitori adottivi. Sono accusati di maltrattamenti in famiglia in concorso i due fratelli libici, di 22 e 18 anni, adottati da una coppia cosentina. Entrambi sono stati arrestati stamattina dai carabinieri del Comando provinciale diretti dal colonnello Saverio Agatino Spoto. Nei loro confronti gli investigatori dell’Arma hanno raccolto una serie d’indizi gravi ed è per questo che entrambi dopo le formalità di rito sono stati trasferiti nel carcere di via Popilia. La vita era diventata un inferno in quella famiglia. I due fratelli vessavano i genitori e non di rado erano anche soliti alzare le mani contro di loro. In alcune occasioni non hanno lesinato calci e pugni nei confronti di quelli che li avevano tirati su sottraendoli a chissà quale oscuro destino. La riconoscenza non era di casa, dunque, in quella famiglia. Entrambi i genitori in molte occasioni sono stati non solo picchiati ma anche minacciati di morte. Dalle indagini è emerso anche un episodio abbastanza grave che avrebbe potuto causare seri danni, o comunque attentare alla vita della coppia. Il diciottenne, istigato dal fratello maggiore, avrebbe tentato di manomettere la caldaia per causare una perdita di gas col presunto obiettivo di provocare un’esplosione. Il piano, poi, non andò in porto per una pura casualità. In ogni caso lo scampato pericolo non fece cessare le vessazioni. I due avrebbero continuato – secondo quanto hanno avuto modi di rilevare gli investigatori dell’Arma – a vessare i genitori adottivi per estorcergli denaro. Il ventiduenne, nel novembre del 2019, dopo aver colpito la madre con una testata si sarebbe scagliato contro l’altro genitore aggredendolo con una bottiglia. Il fine era quello di farsi consegnare i soldi per l’acquisto di sostanze stupefacenti. Da quel giorno i genitori erano costretti a sborsare quattrini con cadenza quasi quotidiana. Stamattina i carabinieri hanno messo fine al calvario della coppia. Ai due fratelli libici è stata notificata, proprio per la loro pericolosità, la misura cautelare dell’arresto in carcere.