Sigilli a un lido di Scalea nell’ambito di un’operazione congiunta della Guardia di Finanza e dell’Agenzia del Demanio. Prosegue sull’Alto Tirreno cosentino l’attività dei finanzieri della Tenenza di Scalea, diretti dal capitano, Francesca Esposito e dell’Agenzia del Demanio di Cosenza sotto la direzione dell’avvocato Antonio Arnoni per la tutela del corretto uso e utilizzo del Demanio pubblico e della spiaggia. L’associazione “Italia Nostra” sezione Alto Tirreno cosentino ha reso noto del sequestro di un lido che occuperebbe circa 1000 mq di suolo demaniale nel comune di Scalea. I sigilli sarebbero scattati - scrive l’associazione -per diverse irregolarità amministrative e per la presenza della struttura oltre il temine della concessione. Infatti nelle concessioni stagionali allo scadere del periodo d’uso il concessionario dovrebbe rimuovere tutti i manufatti impiantati e quindi riconsegnare l’area occupata nello stato originario. “Abbiamo appreso - aggiunge l’associazione - che in questo caso non solo i manufatti sarebbero ancora al loro posto, quanto di fronte ad essi, dalla parte del mare, sarebbero state innalzate cumuli di sabbia per proteggere dalle mareggiate le strutture ancora presenti sul litorale”. “Italia Nostra”, che ritiene di parlare anche a nome di tutte le associazioni ambientaliste del territorio, ha sostenuto e sostiene l’attività della Guardia di Finanza e dell’Agenzia del Demanio in queste attività “volte alla difesa di un bene pubblico appartenente alla collettività troppo spesso oggetto di azioni predatorie di soggetti senza scrupoli che credono di disporne a loro piacimento , che spesso invadono le spiagge libere senza alcuna remora, che spesso non hanno rispetto delle spiagge e della loro biodiversità, che spesso si arrogano il diritto di stravolgere l’assetto naturale della spiaggia noncuranti delle conseguenze. Quindi saremo al loro fianco ora e in futuro e daremo tutto il nostro contributo perché questi risultati possano servire a sensibilizzare tutti sul rispetto e la difesa dei nostri beni comuni”.