Cosenza

Lunedì 29 Aprile 2024

I tremori inascoltati nel grembo del Cosentino

L’altro mondo, quello compresso tra le fragili ossa della terra, non smette mai di scuotersi. I suoi tremori s’affacciano in superficie, qualche volta sembrano minacciosi, qualche altra restano confinati nella spossatezza di statistiche che non assomigliano a niente. Come l’ultima da 1,2 Richter, un sussurro, non un lamento, risalito intorno alle 10,45, ieri mattina, da una faglia profonda 9,3 chilometri, in località Isolotte, a Pianette di Rende, tra Rose, Luzzi e Castiglione. Nessuno se n’è accorto, solo il sismografo dell’Istituto di geologica di Stato. Una scossa che gli esperti definiscono “strumentale”. Ma il terremoto è un movimento che non si ferma mai nella pancia del Cosentino. I sussulti sono l’impronta genetica di un territorio con l’etichetta del rischio elevato dove le fratture nel grembo della terra sono vertigini che seguono schemi reticolati. In mezzo a queste valli che si alternano a colli e dorsali la terra ha sempre brontolato seminando l’angoscia. Non c’è mai stata logica negli scuotimenti improvvisi, non c’è mai stata una regola e nemmeno un orario o un periodo prestabilito. Non c’è nulla, insomma, almeno niente che la scienza riconosca ufficiale, che possa servire a comprendere perché la litosfera vada in frantumi in un posto piuttosto che in un altro. Due studiosi italiani, il lametino Giulio Riga e Paolo Belocchi hanno pubblicato un modello scientifico che consente di determinare gli epicentri di futuri terremoti associati alla magnitudo attesa, elementi che consentono di migliorare la prevenzione sismica. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza

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