Il covid è un libro di ferro e di polvere livida che ogni giorno allarga le smagliature di un mondo che pensava d’averlo imprigionata dentro protocolli sanitari efficaci, in mezzo a regole inviolabili. Ma il virus è tornato, infiltrandosi nei varchi sempre più dilatati dal fanatismo non vax, un credo che si diffonde su internet tra fede e discendenza, producendo nuove forme d’infezione che mettono a rischio anche la popolazione immunizzata. La rincorsa della pandemia riempie d’angoscia chi rischia di separarsi ancora dal mondo reale, di finire dentro corsie affollate di ospedali che tornano a riempirsi d’infezione. È lì, tra reparti pieni e l’odore della malattia, che si trovano le tracce sfumate del patogeno che colpisce il personale sanitario, vaccinatosi a gennaio e quindi con una protezione meno performante. In questi ultimi giorni, alcuni dei camici bianchi dell’“Annunziata” (con profilassi rispettata) sono finiti nel bollettino dei contagiati (nelle ultime ore anche un sanitario con la terza dose fatta da pochi giorni). Medici, infermieri che si contagiano per aver fatto il proprio dovere assistendo quei pazienti, soprattutto giovani e senza vaccino, che in queste ore arrivano in Pronto soccorso con i polmoni asciugati e il respiro in affanno. Sono parte di quella umanità disperata che ha rinunciato alla protezione garantita dal ciclo vaccinale (definita sperimentale dai no vax) per vivere attaccati a una macchina. Il virus inonda, soprattutto, quei corpi e toglie la forza di lottare anche ai più giovani. Il covid manager dell’ospedale civile, Franco Cesario, continua a lanciare appelli : «I pazienti che arrivano in ospedale, in condizioni di grave compromissione polmonare, sono quasi tutti non vaccinati. È quello che sta accadendo in queste ultime settimane. Chi si è immunizzato può contagiarsi ma il percorso dell’infezione risulta quasi sempre molto lieve, spesso privo di sintomi. Ieri, pomeriggio, per fare un esempio, abbiamo ricoverato un paziente giovane ed obeso che non si era vaccinato. Sono, purtroppo, i più giovani con le loro scelte ideologiche no vax che rischiano di provocare uno strappo ulteriore nella contabilità della pandemia». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza