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Fuori dalla terapia intensiva il 17enne di Corigliano Rossano

È all’“Annunziata” dal 4 novembre. Nelle ultime 24 ore altri 53 positivi e 14 sono ragazzi in età scolare

I numeri sono ombre in un mondo di tenebra senza appigli e ristagnano dentro bollettini che si gonfiano troppo velocemente con nuovi casi e nuovi ricoverati. La superba turbolenza genera angoscia nei malati che, senza vaccino, si sono ritrovati coi corpi devastati dal virus. Dolori e pentimenti che si assomigliano adesso che non c’è molto da fare se non attendere che il morbo si arrenda. Medici e infermieri si affannano al loro capezzale, portando cure e conforto, ma rischiano il contagio, nonostante l’immunizzazione (del resto, la campagna delle dosi booster è in corso). La nuova pandemia percorre in questi giorni una curva della storia che rischia di svoltare verso un sentiero di pietra.

Nelle ultime 24 ore, l’Asp ha comunicato l’individuazione di altri 53 positivi con due ricoveri nelle aree mediche. Ma dall’orizzonte confuso di numeri angoscianti, affiora una storia d’un ragazzino di 17 anni appena che trasuda speranza, dopo lo smarrimento di due interminabili settimane tra atroci sofferenze e la solitudine che è il distintivo obbligatorio di tutti i reparti Covid.

Speranza in corsia

Il giovanotto di Corigliano Rossano lascia la terapia intensiva dopo quattordici giorni. Era arrivato all’“Annunziata” il 4 novembre con una diagnosi di grave compromissione polmonare dopo una prima degenza nel polo Covid dello Jonio.

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