Numeri da brivido. La procura di Cosenza ha, nell'ultimo anno, aperto 673 fascicoli d'inchiesta riguardanti azioni violente - fisiche o verbali - consumate in danno di donne.
Il dato è stato reso noto dal procuratore capo, Mario Spagnuolo, durante il convegno promosso stamane dalla Questura bruzia, diretta da Giovanna Petrocca. Il magistrato inquirente ha voluto far riferimento alle indagini in corso per far ben comprendere quale sia il livello del fenomeno nel distretto giudiziario del capoluogo di provincia. Ai casi riferiti da Spagnuolo devono ovviamente sommarsi quelli su cui stanno compiendo accertamenti le procure di Paola e Castrovillari e può pertanto ben comprendersi come i numeri salgano ancora in modo preoccupante. Il procuratore di Cosenza ha spiegato alla folta platea - costituita anche da molti studenti delle scuole superiori - quanto sia importante "non solo la fase repressiva ma, soprattutto, quella preventiva".
Nel Cosentino negli ultimi venti anni sono stati consumati efferati femminicidi e, tra questi, alcuni sono diventate vicende d'interesse nazionale. Si pensi all'uccisione della giornalista Maria Rosaria Sessa, avvenuta lungo la superstrada che da Cosenza conduce a Paola, ed a quella della sedicenne Fabiana Luzzi, compiuta invece a Corigliano Rossano.
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