L’ospedale torna ad essere lo smemorato regno della tristezza e del dolore. Un altro rivolo di sofferenza e quello che si raggruma e scorre nella terapia intensiva, dove finiscono i profili più gravi, i casi più disperati. Ieri è entrato un 65enne di Crosia, arrivato dall’ospedale “Giannettasio” di Rossano con una grave compromissione polmonare. Adesso, i pazienti trattati nella Rianimazione, dagli specialisti del dottor Pino Pasqua, sono cinque. In una culletta termica della Neonatologia, da martedì sera, un neonato con lievi problemi respiratori è sotto costante osservazione. La sua vita è sbocciata dieci giorni prima nel reparto di Ostetricia dell’“Annunziata”. Nella sua casa di San Lucido, però, il microrganismo ha infettato tutta la famiglia. E lui, piccolo e indifeso, è tornato in ospedale. Lo segue l’équipe del dottor Gianfranco Scarpelli che, al momento, considera le condizioni del piccolo sotto controllo. «L’infezione è all’esordio. Lo terremo in osservazione e se tutto andrà bene lo rimanderemo presto a casa. È il terzo neonato che trattiamo per covid da agosto. Prima non avevamo avuto casi. Probabile che la variante delta sia più aggressiva rispetto alle precedenti mutazioni». Secondo il direttore del dipartimento Materno-infantile dell’ospedale civile, «finora i bambini sarebbero stati protetti da una risposta immunitaria innata e cioè la reazione primitiva ma rapida agli agenti patogeni. Non abbiamo ancora evidenze cristallizzate tali da dimostrare che i bambini siano più vulnerabili o colpiti dalla variante Delta rispetto alle altre, ma il fatto che stiano iniziando ad essere parte di infezioni e ricoveri potrebbe ricondursi proprio alla trasmissibilità della variante delta». Nelle ultime ore, all’elenco dei positivi si è aggiunta anche una bimba di 10 mesi di Cosenza. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza