Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

I tanti misteri e le contraddizioni riguardanti la morte di Bergamini 

Ricostruite in Corte di Assise le fasi precedenti e successive alla morte di Bergamini. La perizia del Ris, le telefonate della Internò, le cause del decesso

La sera della morte. La corsa in Maserati, la fermata nella piazzola a pochi passi da Roseto Capo Spulico, l’arrivo del camion e la cupa fine.
La Corte di assise (presidente Paola Lucente; giudice a latere Marco Bilotta) ha ascoltato ieri la deposizione degli ufficiali di poizia giudiziaria, Pasquale Pugliese e Ornella Quintieri, autori della voluminosa informativa posta a base dell’inchiesta approdata nel rinvio a giudizio di Isabella Internò, imputata di concorso nell’omicidio di Denis Bergamini. Il corpo del calciatore venne ritrovato la sera di sabato 18 novembre sulla Statale 106 ionica.

Gli investigatori, rispondendo alle domande del pm Luca Primicerio, hanno ricostruito cosa avvenne dopo il decesso del calciatore che aveva lasciato alla guida della sua Maserati, in compagnia della ex fidanzata Internò, il cinema di Rende dove si trovava insieme con i compagni di squadra del Cosenza calcio. La odierna imputata, quella sera, venne subito accompagnata in auto in un bar poco distante dal quale chiamò l’allenatore dell’epoca della compagnie rossoblu, Gigi Simoni, e il dirigente sportivo Marino raccontando loro, succintamente, quanto era accaduto. Non solo: i due poliziotti hanno riferito dell’intervento dei carabinieri sul luogo del decesso, dei primi rilievi svolti da cui emergeva traccia di una frenata lunga sessanta metri, riconducibile al camion sotto cui era finito il centrocampista. Chiaro pure il richiamo ad alcuni testimoni che hanno raccontato di aver notato Denis Bergamini, prima della tragedia, passeggiare sul ciglio della strada con le mani in tasca come se aspettasse qualcuno. In aula si è fatto esplicita menzione delle dichiarazioni rilasciate dalla Internò in relazione al balzo fatto da Bergamini per lanciarsi sotto il camion. La donna disse che Bergamini voleva lasciare il calcio e l’Italia, circostanza invece smentita dal fatto che l’uomo aveva con sè solo lo stipendio da poco incassato e nessun bagaglio o altro significativo oggetto personale. Eppoi le perizie, svolte a più riprese, per far luce sull’accaduto. L’esame eseguito nel 2013 dal Ris di Messina - che escludeva un trascinamento del cadavere da parte del camion che l’investì - gli esami compiuti successivamente e la consulenza che rivelò nel 2017 come l’atleta originario di Ferrara fosse già morto quando venne schiacciato dalla ruota del mezzo pesante. Gli ufficiali di polizia giudiziaria hanno offerto un quadro dei fatti molto articolato che sembra davvero offrire uno spaccato denso di ombre.

La deposizione riprenderà il prossimo 16 dicembre con il controesame condotto dalla difesa. Isabella Internò, che si è sempre protestata innocente, è assistita dagli avvocati Rossana Cribari e Angelo Pugliese. I congiunti di Denis Bergamini si sono costituiti in giudizio parte civile e le loro ragioni sono sostenute dall’avvocato Fabio Anselmo.

Caricamento commenti

Commenta la notizia