La pandemia sparisce sempre il lunedì, perché il lunedì, nel Cosentino, è un giorno senza pensieri, da liberi tutti, con un virus che appare improvvisamente inoffensivo, praticamente invisibile nel bollettino dell’Asp. Le cifre del contagio crollano e i diagrammi si svuotano. Il lunedì, o il giorno dopo una festività, è sempre così. C’è una tregua (unilaterale) nella guerra al covid, uno stop che offre l’illusione di un immediato rientro in “zona bianca”. Il sogno della vita che riparte senza restrizioni dal punto esatto in cui il morbo l’aveva strozzata. Ieri sono finiti a referto solo 10 diagnosi, con due vittime (una in rianimazione e l’altra nell’area medica dell’Annunziata). Una settimana fa l’Asp aveva dichiarato 9 casi, ma poi, il mondo libero si è ristretto nuovamente e dal martedì alla domenica sono finite a referto ben 716 diagnosi.
Il pericolo resta questo virus arrogante, che è ritornato spavaldo, come se avesse nel petto una tempesta di fuoco. Fa ressa, si accalca ovunque, nelle città, nei borghi, nei quartieri, nelle case, nelle scuole, nelle corsie di ospedali. Però, a Natale andrà via. Almeno dai report. Il giorno di Vigilia l’attività di testing&tracing sarà garantita solo per le urgenze (quelle che periodicamente si verificano di domenica e riguardano ospedalizzazioni). Poi il 25 e il 26 non ci saranno tamponi. A fine anno si fa il bis: a San Silvestro solo urgenze. Poi, 1, 2 e 6 gennaio indagini epidemiologiche ferme.
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