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'Ndrangheta, da Sibari per gestire illegalmente i rifiuti di Roma: in carcere imprenditore di Altomonte

Le ’ndrine della locale di Sibari erano arrivate a gestire illegalmente una quota importante dei rifiuti di Roma e di alcuni comuni limitrofi infiltrandosi persino nello smaltimento dei liquami di alcuni campi rom capitolini. È quanto emerge dall’operazione scattata lunedì e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma che ha coinvolto in totale 23 persone tra Roma e la Sibaritide.
A finire in carcere è stato Giuseppe Borrelli, 51enne imprenditore di Altomonte, già noto alle forze dell’ordine perché ritenuto continuo al clan Forastefano e considerato il capo dell’organizzazione sgominata lunedì.
Il gip di Roma Andrea Fanelli ha anche disposto i domiciliari per altre sette persone considerate nel giro delle società riconducibili all’uomo originario di Altomonte. Si tratta di Vincenzo Lucchetti (di Spezzano Albanese), ufficialmente ideatore della Ecoter ma ritenuto collaboratore stretto di Borrelli, Giuseppe Bruno (di Altomonte, responsabile dell’attività di video ispezione e spurgo delle fognature per l’Ater di Roma e i campi nomadi, Ioan Sosa (Rumeno residente a Roma), Victor Hreapco (Moldavo residente a Pomezia), Domenico Civale (Cassanese), Carlo Buono (di Altomonte) e Salvatore Luigi Di Callo (Cassanese), tutti dipendenti Ecoter. Divieto di esercitare attività imprenditoriale, invece, per Santo D’Amato di Castrovillari, considerato il braccio destro e prestanome di Borrelli, e Gloria Vieri di Pomezia, factotum di Borrelli: entrambi amministratori della Ecoter srl.

 

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