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Cosenza, biblioteca civica: lo scrigno della cultura chiuso da quasi due anni

Biblioteca civica: non si trova una via d’uscita alla crisi. Due i dipendenti, ventidue gli stipendi arretrati

L’ennesimo appello arriva da alcuni cosentini legati alle tradizioni e alla cultura che caratterizza la città bruzia incontrati davanti a una nota libreria del capoluogo. «Siate ancora più incisivi: la Biblioteca civica non può continuare a rimanere chiusa. Uno scrigno che contiene volumi di inestimabile valore non può essere trascurato. Un’istituzione che dovrebbe essere l’ospedale civile della cultura (sì, hanno definito proprio così la Civica: ndr) invece non interessa a nessuno. Non porta voti. Non porta guadagno. Questo è il problema». Un amaro sfogo da parte di un gruppo di cosentini che leggono e si cibano di cultura. E che assistono al declino della Biblioteca cittadina. Come noi, del resto. Non è bastato essere incisivi per fare riaprire le porte della Civica nei tempi giusti.
I vertici dell’Accademia Cosentina aspettano segnali concreti dalla nuova amministrazione comunale (ma senza il Bilancio le mani sono legate) e non intendono pronunciarsi ufficialmente. Il presidente Antonio d’Elia (guida pure il Cda della Biblioteca) ha avuto un primo confronto con il sindaco Franz Caruso (il Comune deve pure nominare i suoi rappresentanti al posto degli uscenti Succurro e De Rosa) che ha prodotto speranze e intenti. Sull’altro fronte si segue il progetto di statalizzazione che vede coinvolta la Biblioteca Nazionale avviato mesi fa ma che ancora non decolla.

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