Al fianco dei detenuti della casa circondariale Rosetta Sisca di Castrovillari. Vicino, anche e soprattutto, agli operatori della Polizia Penitenziaria che, ogni giorno, affrontano le difficoltà in un luogo ove sanguinano le piaghe più profonde della società. Il Vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio, Mons. Francesco Savino ha visitato, insieme al direttore della Caritas, don Mario Marino e dal Direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale Penitenziaria, don Francesco Faillace, i detenuti e le detenute della Casa Circondariale “Rosetta Sisca” di Castrovillari. In prossimità del Natale ha celebrato l’Eucarestia, celebrando, così, il Natale con tutta la comunità della Casa Circondariale. Al suo arrivo, in particolare,ha salutato la polizia penitenziaria, gli educatori e tutto il personale, incoraggiandoli, e subito dopo ha presieduto la celebrazionee tutto il personale, «Se dovessi scegliere un luogo dove far nascere Gesù Bambino sceglierei la Casa Circondariale»: è con questa affermazione che ha salutato affettuosamente tutte le detenute e i detenuti e tutti coloro che sono chiamati quotidianamente ad accompagnarli verso un nuovo futuro. «Sappiamo bene -ha sottolineato mons. Savino - che a Natale tutto si complica, tutto è difficile perché i sentimenti sono troppi e troppo emotivi. Voi siete qui e so quanto sia difficile questo periodo, so che vi mancheranno i vostri figli, le vostre mogli, i vostri mariti, i vostri genitori, i vostri parenti e amici. Penso a un grande regista e umorista, Woody Allen, il quale durante un’intervista disse: “Vorrei addormentarmi il giorno 24 dicembre e vorrei svegliarmi il 7 gennaio perché queste vacanze mi fanno male, perché a Natale si amplificano le emozioni». Durante la sua Omelia, ha ricordato che «purtroppo in tutta Italia, ma in particolare nei nostri territori, l’emergenza sanitaria ha creato nuove povertà e ha aumentato quelle già esistenti. In aumento del 30-40% l’usura provocata dall’emergenza», uno dei reati in rialzo legato alle difficoltà economiche di molti imprenditori provocate proprio dalla pandemia. Bisogna assolutamente creare percorsi alternativi e strade di soccorso che possano aiutare chi è in difficoltà piuttosto che lasciarle nelle mani della mafia e degli usurai». Il pastore ha anche pronunciato le «tre parole chiave: Riscatto, Liberazione e speranza». Con premuroso affetto infine ha aggiunto: «Per questo Natale abbiamo pensato di regalarvi una tuta. Un dono da parte del Vescovo, della Caritas, della diocesi tutta. Quando indosserete la tuta che vi stiamo regalando, sentitevi riscaldati, abbracciati e custoditi da noi e ricordate che non siete soli che vi aspettiamo rigenerati e riscattati. Auguri di buon Natale a voi tutti, ai vostri cari».