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Cosenza, la strage del Covid nella terra “senza virus”

Il Cosentino è la provincia italiana con l’incidenza cumulativa più più bassa (174 casi settimanali per 100mila abitanti)

La guerra al covid è un immenso buco nero in cui tutto precipita e dal quale tutto ritorna. E’ come vivere ciclicamente sempre le stesse vicende, le stesse ansie, la stessa paura. In queste ultime settimane, l’Asp ha perso il filo, la cronologia degli eventi. Il virus turgido di forza e di attività sfugge al tracciamento fiacco che continua a registrarsi nella provincia più settentrionale della Calabria. Anche ieri, nonostante i 303 nuovi casi riportati dall’Azienda sanitaria, il numero dei tamponi lavorati esiguo (solo 1.368, compresi quelli su nuovi soggetti testati) ha generato un tasso di positività del 22,15%. Un dato che si traduce in una circolazione virale ben più ampia rispetto alla dimensione definita in laboratorio. Le ultime 48 ore hanno aggravato lo scenario di rischio nel Cosentino che, tuttavia, grazie a un’attività di testing&tracing, presenta il dato di incidenza cumulativa più basso d’Italia (si potrebbe esultare se non ci fossero le statistiche dei sindaci che mostrano i segni di un tracciamento da bocciatura secca) con 174,08 casi per 100mila abitanti (nella settimana tra il 26 dicembre e ieri). L’unica provincia a non aver ancora superato il muro dei 200 positivi. Naturalmente è un dato che risente della sottostima dei casi.

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