Cosenza continua a vivere questi giorni tra alti e bassi umorali che svelano la fragilità di una umanità sempre più disorientata davanti all’avanzata minacciosa del covid e all’incapacità delle istituzioni di fronteggiarlo. I numeri crescono più dei nostri pensieri nonostante una cronica sofferenza del sistema di tracciamento da parte dei servizi territoriali e, soprattutto, quei segnali di sovraccarico ospedaliero che giungono dal territorio. Uno scenario inquietante che non speventa il sindaco, Franz Caruso, che ieri, d’intesa con il collega di Rende (nonché presidente Anci Calabria), Marcello Manna, e con quello di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, ha deciso di non rinviare il rientro in aula di studenti e professori. Le scuole nelle città più grandi della provincia resteranno regolarmente aperte. I protocolli studiati, evidentemente, offrono sufficiente serenità alle amministrazioni locali. E, in fondo è la linea di Draghi che, tuttavia, aveva garantito anche screening di massa per la popolazione scolastica, con l’aiuto del generale Figliuolo. Ma, almeno nel Cosentino, le uniche iniziative (assai sporadiche) previste sono quelle di alcuni sindaci o di dirigenti scolastici (come quella di Celico, ad esempio) che si sono messi in proprio. Poca roba rispetto alle pretese di sicurezza delle famiglie e dei presidi che avevano lanciato un appello (inascoltato) al governo di far slittare la ripartenza dell’attività didattica in presenza. Nell’ultima settimana (quella compresa tra il 2 gennaio e ieri) le diagnosi positive con tampone molecolare sono state ben 339 su soggetti in età scolastica (netto il rialzo registrato nelle ultime 72 ore). È un fronte che cresce e s’allarga, un fronte che si coagula e si muove all’interno di statistiche che definiscono i contorni di una terra in fiamme. L’aria ammorbata di queste vacanze natalizie di incontri e di interazioni, di ragazzi in perenne movimento, ha trasformato il Cosentino in una sacca infetta. L’onda del contagio sta attraversando i paesi, entrando nelle case, nelle nostre vite, nei nostri ospedali, come non aveva mai fatto prima. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza