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Il commissario Mastrobuono: «L’ospedale di Cosenza? Meglio di quello di Parigi»

Intanto, però, le ambulanze con pazienti Covid restano in fila nel piazzale del Pronto soccorso

Il pronto soccorso dell’ospedale Annunziata di Cosenza

Gli ultimi argini della resilienza territoriale stanno franando anche qui, nel Cosentino dove la vita è sempre stata pianta dura, forte, capace di sopravvivere già a due devastanti ondate di piena (quella del marzo 2020 è rimasta lontana). Colpa del virus e dell’improvvisazione d’un sistema sanitario già piegato da oltre undici anni di commissariamento che non ha trovato il modo di riorganizzarsi sfruttando l’esperienza acquisita. La storia di queste ultime ore ci riporta nel Pronto soccorso che, da giorni ormai, ha cominciato a ripopolarsi. Il piazzale dell’“Annunziata” è il luogo simbolo di quest’epidemia, dove le ambulanze in coda sono in attesa di “sbarellare”, come dicono in gergo gli stremati operatori del “118”. La fila dei mezzi di soccorso è un elastico che si allunga e si accorcia a seconda dei posti-letto che si liberano nei reparti (compresi quelli dedicati negli affollatissimi ospedali del territorio). Ieri, poco dopo le 15, a Cosenza, c’erano “solo” sette autolettighe con uomini e donne in arrivo da luoghi più diversi, luoghi vicini e lontani di questa provincia dove il virus li ha intrisi, piegandoli alla sofferenza. I reparti internistici destinati ai malati Covid dell’ospedale hub hanno esaurito i posti disponibili. Resiste, per adesso, la terapia intensiva dell’“Annunziata” con 9 delle 13 postazioni disponibili attualmente occupate. Sul saldo pesano, purtroppo, i decessi registrati nell’ultima settimana. I problemi dell’“Annunziata” sono tornati al centro dell’inchiesta della commissione sanità di Palazzo dei Bruzi, presieduta da Giuseppe Ciacco. Ieri, in Comune, è stato sentito il commissario dell’Azienda ospedaliera, Isabella Mastrobuono. Con lei anche il covid-manager, Franco Cesario, e il capo Dipartimento Urgenza ed Emergenza, Pino Pasqua. La Mastrobuono ha subito smentito i rappresentanti sindacali del dei medici che avevano denunciato lo stato di sofferenza del presidio: «L’ospedale non è al collasso e lo dimostrano i numeri, non le parole. È una situazione diffusa in tutta Europa e in uno dei più grandi ospedali di Parigi sono state interrotte le sale operatorie, sospendendo tutti gli interventi chirurgici, così come sono stati chiusi gli ambulatori. L’Annunziata, invece, non ha chiuso nulla, lasciando aperte anche le sue sale operatorie».

 

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