Cosenza

Sabato 27 Aprile 2024

Finanziamenti al comune di Cleto: c'era una "spia" del Ministero che aiutava gli amici

Il tribunale di Cosenza

Individuata la “spia” del Ministero. Il Comune di Cleto «sarebbe stato agevolato, nell’ottenimento dei finanziamenti dal Ministero dell’Interno per il tramite dei “mediatori” Sandro Bonacci e Cosimo Bianchi grazie a notizie riservate fornite verosimilmente da funzionari ministeriali». A metterlo nero su bianco, è il Tribunale del Riesame di Cosenza che si è espresso in merito al ricorso presentato dallo stesso Cosimo Bianchi, indagato nell’inchiesta della Procura di Paola (guidata dal procuratore Pierpaolo Bruni) che, nei mesi scorsi, ha coinvolto il Comune di Cleto fino a ipotizzare la complicità di funzionari ministeriali. Complicità che adesso viene riconosciuta dagli stessi giudici di Cosenza. Ma dalle carte del Riesame, depositate e notificate alle difese, viene fuori con chiarezza che sarebbe proprio Cosimo Bianchi, di Latina, «l’amico di Roma» legato al Ministero che avrebbe quindi spifferato notizie riservate al Comune di Cleto al fine di ottenere finanziamenti pubblici per oltre un milione di euro da destinare a importanti opere pubbliche. Fondi che – sempre secondo l’accusa rappresentata dai pm Maria Francesca Cerchiara e Teresa Valeria Grieco) sarebbero stati poi dirottati a «progettisti amici» del Comune di Cleto. L’inchiesta dei pm paolani, lo scorso novembre, travolse il Tirreno cosentino. Tra gli indagati l’ex sindaco di Cleto, Giuseppe Longo; Sandro Bonacci (Latina); Domenico Presta (Buonvicino); Marcello Mazza (Piane Crati); Pantaleone Francesco La Valle (Soverato); Felice Stefano Marascio (Montepaone); Arturo Veltri (Cosenza); Paolo Stilla (Grimaldi); Carmela Di Cianni (San Sosti). Tutti accusati, a vario titolo, di corruzione e turbata libertà degli incanti. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza

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