Terme Luigiane, i consiglieri di minoranza di Acquappesa e Guardia Piemontese bacchettano i sindaci
Le Terme Luigiane passano in secondo piano. Il territorio - e non solo i lavoratori – rischia così di pagare a caro prezzo la mancanza di interventi di Comuni e Regione. In una nota congiunta i consiglieri comunali di opposizione di Acquappesa (Sandra Ricco e Mauro Avolio) e Guardia Piemontese (Andre Muglia, Antonella D’Angelis e Francesco Petramala) bacchettano i sindaci. Sono trascorsi oltre tre mesi da quando il Tar della Calabria, ha emesso la sentenza relativa al ricorso presentato dalla Sateca, inerente il compendio termale. Dopo l’incontro tra le parti, avvenuto lo scorso 7 dicembre, in cui è fallita l’esecuzione spontanea ad oggi tutto tace. «Sulla vicenda - spiegano i consiglieri di minoranza dei due comuni - sembra sia calato il più assoluto silenzio. I mesi sono passati mesi senza, ad oggi, vedere alcuna soluzione del problema». Il rischio che incombe è di un’altra stagione di totale chiusura. Imprenditori, non solo del settore turistico alberghiero, piccoli operatori economici, e tutti i cittadini sono preoccupati che una risorsa così importante rischi di essere definitivamente persa, sono allarmati e soprattutto meravigliati di questo assoluto silenzio calato sulla questione. «Dal grido di “trasparenza” usato e abusato, dalle vicendevoli accuse giornaliere, all’oscuramento totale. Le stagioni turistiche si programmano in congrui tempi e non dalla sera alla mattina. Non chiediamo di essere informati con dovizia di particolari, ma sommariamente sapere se gli stabilimenti termali apriranno e si potrà fare la stagione estiva 2022». È ben chiaro che imprenditori, i commercianti, i cittadini hanno diritto di sapere: «se devono assumere personale per affrontare una stagione anche termale, prevedendo e provvedendo a reclutare il giusto fabbisogno. Devono sapere se iniziare a provvedere alla manutenzione ed a tutta l’attività preparatoria che, per le stagioni estive, inizia già dal mese di marzo/aprile. Se investire, se attingere a finanziamenti e/o prestiti bancari per poter affrontare gli approvvigionamenti e, dunque, avviare l’iter con congruo anticipo. Devono saper rispondere ai clienti che telefonano per prenotare la propria vacanza». Due anni di pandemia hanno devastato le piccole realtà imprenditoriali, i piccoli commercianti, i ristoranti, i bar che, al contrario delle grandi realtà, hanno anche ricevuto ristori irrisori. «I lavoratori, non solo quelli del comparto termale, hanno diritto di sapere se provvedere o meno a cercare lavoro altrove. È già tardi».