Nelle viscere della terra che si specchia nel mar Tirreno sono seppelliti tonnellate e tonnellate di rifiuti. La riqualificazione di vaste aree passa da progetti milionari di bonifica che sono stati in alcuni casi avviati da decine di anni. Nella Valle dell’Oliva si calcola secondo uno studio che sono 162mila metri cubi di rifiuti interrati. Sono sette le aree interessate tra i comuni di Amantea, Serra d’Aiello e Aiello Calabro. Rifiuti seppelliti nei terreni. Rifiuti contaminati da metalli pensanti, da idrocarburi. Su queste aree è stata accertata la contaminazione delle acque sotterranee utilizzate dai contadini per irrigare i campi. In un documento dell’Ispra del 2013 risulta che le acque sotterranee del bacino del fiume Oliva, attesa la contaminazione, non sono utilizzabili ai fini potabili, agricoli e zootecnici. Un danno ambientale enorme. Relativamente a località Foresta di Serra d’Aiello i rifiuti contenevano secondo la Procura di Paola valori di radioattività artificiale (riferita al cesio) in superficie e profondità nettamente superiori ai limiti registrati che si possono collegare ad eventi come Chernobyl. I processi sono serviti a poco e della bonifica si sono perse le tracce. Spostandoci a Nord giungiamo nei capannoni di Marlane, la fabbrica tra Praia a Mare e Tortora. Anni e anni di indagini e di processi. Nessuno ha mai pagato. Parte di quell’area nel 2015 è passata dal gruppo industriale vicentino al Comune. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria