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Corigliano Rossano, i detenuti chiedono rispetto: non abbiamo aggredito i medici

La presa di posizione dei “reclusi di contrada Ciminata” dopo le dimissioni di alcuni sanitari. In una lettera ribadiscono di pretendere maggiore attenzione e di non essere sempre etichettati come i colpevoli delle violenze

«Prima di tutto siamo persone che stanno scontando la pena giudiziaria e poi i cosiddetti detenuti». Sono queste le parole utilizzate in una lettera in cui «i reclusi di Contrada Ciminata» (così si firmano), intendono dire la loro dopo le dimissioni in massa del personale dell’area medica del reclusorio.
Come è noto il personale dell’area sanitaria aveva denunciatola carenza del personale di polizia penitenziaria per la vigilanza sui reclusi che si recano presso l’infermeria per essere sottoposti a controllo medico. I reclusi nel carcere appartenenti al circuito AS3 e circuito M.S. denunciano di essere stanchi «di essere etichettati a vita anche e soprattutto quando non abbiamo colpe». «Smentiamo categoricamente di aver aggredito fisicamente i medici e gli operatori sanitari. La maggior parte di noi è ristretta in questo istituto da oltre dieci anni e confermiamo di essere stati sempre rispettosi del personale medico-sanitario. I medici si dimettono dal loro incarico? Allora il problema deve essere individuato altrove, o magari all’interno della stessa Area Sanitaria. Ci sono medici in questo carcere come ad esempio lo psichiatra e gli psicologi sanitari che garantiscono i colloqui individuali con i reclusi, chiedendo alla polizia penitenziaria di effettuare il controllo, garantendo comunque la privacy, nonostante si tratti di “soggetti particolari” e nessuno di loro è stato mai aggredito o minacciato».

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