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Cosenza, il virus si risveglia in città e provincia: più di 1.400 casi in quattro giorni

Ma l’improvvisa accelerazione potrebbe essere legata al riallineamento dei dati

Il Cosentino si risveglia in mezzo a una contabilità che non torna. Non il solito lunedì “Covid free” (il 21 febbraio erano finiti a referto solo 22 casi), ma un giorno scandito da una narrazione pesante fatta da 337 nuovi positivi e altri 4 decessi (uno dei quali in Rianimazione). La curva sale mentre altrove flette. L’anomalia algebrica continua a sporcare la qualità dei dati trasmessi all’Istituto superiore della sanità. Qui per settimane le comunicazioni pigre dell’Asp hanno disegnato profili anemici di una pandemia quasi inesistente. Un virus invisibile nella provincia con la più bassa incidenza d’Italia ma col più alto tasso di letalità dell’intera regione. Una dimensione controversa che ha segnato la rotta di un tracciamento in realtà poco significativo che lasciava per strada l’attività imponente di testing delle farmacie. Nell’ultimo fine settimana, però, qualcosa è accaduto, le diagnosi sono risalite in fretta disegnando scenari diversi: 392 venerdì, 372 sabato, 330 domenica e 337 ieri. In realtà, si tratta più probabilmente, di un inserimento massivo di poco più di 1.400 test positivi nel flusso dell’Iss. Si tratterebbe, in sostanza, di referti non proprio di giornata ma reclamati dal sistema centrale per allineare dati non allineati da settimane (un “recupero” per consentire alla Calabria di presentarsi davanti alla Cabina di regia con un profilo da zona bianca).

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