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Balneari, a rischio oltre quindicimila posti di lavoro a Cosenza

La riforma della legge sulle concessioni demaniali mette in pericolo una delle poche industrie produttive sul territorio provinciale

Ci sono mille aziende che ballano, una triste e malinconica danza macabra, laggiù alle porte dell’estate che ancor prima d’arrivare non promette nulla di buono o di edificante. Mille aziende e oltre quindicimila posti di lavoro stagionali (a non voler considerare l’intero indotto) stanno per svaporare come un cubetto di ghiaccio lasciato su una stufa accesa. Questo per dire che l’allarme occupazione adesso suona pure in casa dei balneari in ansia ormai da mesi per la proposta di legge delega del Governo per la riforma delle concessioni demaniali marittime. Una circostanza quest’ultima che – in ottemperanza a una normativa europea – rimette in discussione già a partire dal 2024 tutte le concessioni ancora in atto e che avrebbero dovuto terminare nel 2033. Un terremoto di proporzioni sesquipedali, quindi, sta per abbattersi sull’unica industria che non solo in Calabria, ma soprattutto nel territorio bruzio – dove si concentrano più della metà delle aziende (oltre mille delle 2000 totali) presenti in tutta la regione – riesce a funzionare da ammortizzatore sociale oltre che economico. La nuova normativa che, dal 2023, rimette in discussione tutte le concessioni è un fatto difficile d’accettare per le aziende del settore che da anni tentano di recuperare un po’ di stabilità se non altro per ammortizzare gli investimenti degli ultimi periodi.

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