Bisognerebbe riavvolgere il nastro e guardare a uno a uno i fotogrammi di quest’inquietante cortometraggio della crisi del lavoro e dell’economia per individuare il punto esatto in cui tutto è cominciato. La pandemia, certo. Quella ha influito, ha enfatizzato gli effetti. Ma i problemi, evidentemente, erano già in atto da decenni. Si prendano a esempio gli enti pubblici: il Municipio bruzio, in particolare, dove, afferma il segretario generale della Uil, Paolo Cretella, «da tempo alcune vicende, legate ai vari ambiti del comparto lavorativo, sono all’esame del sindacato e non si può fare a meno di notare un quadro abbastanza preoccupante dal punto di vista delle opportunità di sviluppo. In altre parole – sottolinea il segretario provinciale della Uil – si registra una scarsa progettualità non tanto per mancanza di idee o di competenze ma per l’ormai evidente, certificata, carenza del personale». Il segretario generale della Uil accenna poi alla situazione dell’Amaco. «Nella municipalizzata – puntualizza – rischiano il posto di lavoro circa centocinquanta dipendenti». Il dissesto, infatti, rimarca Cretella «non consente al Comune di affidare alla partecipata tutto quel ventaglio di servizi che portavano risorse nelle casse dell’azienda».
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