L’affanno del Covid è riemerso all’improvviso facendo risalire le nebbie del dubbio verso il cielo. Quell’angosciante respiro del virus, nelle ultime 24 ore, è stato ascoltato nel petto di 1.286 persone. Una fiammata che ha riportato il Cosentino in quegli stessi luoghi drammatici della storia dove la sofferenza torna a riempirsi del lamento di gente che s’ammala, che guarisce, che muore. Una vertigine dentro questa nostra umanità che solo ieri ha prodotto, pure, sei nuovi ricoverati nelle aree mediche e tre accessi in Pronto soccorso. E, soprattutto, nella contabilità del giorno ci sono anche tre decessi. Due pazienti sono spirati a domicilio, la terza di appena 35 anni, all’“Annunziata”. Il Covid ha stravolto il destino della giovane donna originaria di Corigliano Rossano. Alla fine di gennaio il ricovero in mezzo a due ospedali, quello di Rossano e, poi, a Cosenza. Nelle poche settimane che il morbo le ha concesso di vivere, ha lottato con tenacia affidandosi alle cure dei medici di Malattie infettive che hanno provato, in tutti i modi, a placare quella fame d’aria, quel senso di soffocamento che è cresciuto col passare dei giorni. E man mano che si è andato abbassando il valore della saturazione, come accade a tutti quelli che si ammalano e provano a resistere per non essere uccisi, sono aumentate le difficoltà. Fino alla resa di ieri mattina. La 35enne è la 947ma vittima del Covid nel Cosentino. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza