Il nipote assassino. E la pena ridotta. La Corte di assise di appello di Catanzaro, ha inflitto 12 anni di reclusione a Salvatore Presta, 36 anni, che l’otto aprile del 2019 ha scaricato cinque colpi di pistola calibro 9 per 21 contro lo zio, Angelo Presta, 55 anni, con il quale aveva concordato un appuntamento nelle campagne di Paterno. L’omicida era stato condannato lo scorso anno dal gup di Cosenza, Manuela Gallo, a 14 anni di reclusione. Sia il giudice di prima istanza che i magistrati di secondo grado hanno escluso l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi, concedendo all’imputato le attenuanti generiche.
L’accordo
Il difensore di Salvatore Presta, l’avvocato Rossana Cribari, in appello ha fatto un concordato con il pg Roberto Amorusi sulla pena. Nel corso del processo celebrato davanti al Gup bruzio il legale, basandosi sulle circostanze fattuali emerse dalle investigazioni, aveva decisamente contestato l’ipotesi di una sostanziale pianificazione del delitto, ponendo in rilievo come il crimine fosse frutto di una improvvisa crisi di rapporto tra vittima e imputato scoppiata quel giorno per ragioni legate a pregresse incomprensioni. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza