Covid a Cosenza, città e provincia restano sopra quota mille

Le ultime ore di viaggio del Covid sono la narrazione dell’angoscia che risale prevalentemente dal Cosentino con altri 1.001 casi di giornata (sabato 12 erano stati 819) sintetizzati attraverso la lavorazione di 4.654 tamponi. Il tasso di positività al 21,51% resta il parametro più attendibile dell’attuale scenario tempestoso. Una perturbazione spinta dall’aumentata trasmissibilità che sta generando il rapido peggioramento dell’incidenza cumulativa e dei ricoveri in area medica. Un rischio epidemico evidentemente non contemplato dalla gestione politica della pandemia che ha riportato la Calabria in zona bianca, nonostante i rilievi contenuti nel rapporto della Cabina di regia. La nebbia limacciosa che avvolge il Cosentino, tra numeri che riportano indietro l’epidemia di mesi e una campagna vaccinale che ristagna ovunque con numeri ormai irrisori soprattutto nella fascia pediatrica e tra gli over 80. L’idea di poter seppellire definitivamente il virus in un grande cimitero di rovine rischia di deragliare davanti all’evidenza di diagrammi di paurosa instabilità.
Il virus costruisce geografie d’ombra proprio tra i più giovani. Ieri sono finiti, complessivamente, a referto 276 under 19 che rappresenta il 28% (dato perfettamente in linea con quello settimanale) dei positivi tirati a secco dall’Asp. Tra i contagiati ci sono anche un bebè di due mesi, cinque piccoli nati nel 2021 e altri 7 del 2020. Due ricoverati tra i nuovi casi, altri 3 tra i positivi a domicilio e cinque accessi in Pronto soccorso. Le aree mediche continuano ad essere piegate dall’ondata che attraversa Cosenza e la Calabria in queste ore. In terapia intensiva resta ancora un paziente intubato e, complessivamente, sono 118 i pazienti ricoverati grazie anche alle dimissioni di 5 contagiati mandati a casa anche se ancora positivi. All’”Annunziata” sono 65 i pazienti in cura, altri 31 si trovano a Rossano, 16 a Cetraro e 6 ad Acri.