Cosenza

Lunedì 25 Novembre 2024

Cosenza, la guerra minaccia 6mila imprese

Il mondo delle micro e piccole imprese resta prigioniero di una guerra che si è affacciata all’improvviso come una febbre maligna nella delicata transizione post-pandemica. Una malattia che, nel Cosentino, minaccia la vita già fragile di un tessuto produttivo in prima linea che l’Osservatorio Mpi di Confartigianato ha stimato in 6.476 aziende e 19.938 addetti (l’87,6% sono occupati nelle realtà produttive più piccole). Il cuore di tenebra della nuova fase storica è quell’impasto mefitico rappresentato dagli effetti, già gravi, della crisi energetica e dalle strozzature di offerta delle filiere globali. Il conflitto che si combatte in Ucraina agisce da moltiplicatore dei prezzi delle materie prime e dell’energia che erano segnalati in rapido e minaccioso aumento già al calar del 2021. Le violente sollecitazioni dei costi delle materie prime indotte dagli effetti del conflitto, mettono sotto pressione un’ampia platea di imprese. Nelle prime linee della guerra dei prezzi e dei mercati sconvolti dal conflitto, rientra un quinto (20,9%) del sistema produttivo del Cosentino: si tratta di 6 mila imprese, la quasi totalità con meno di 50 addetti, con 19 mila occupati, più di quattro quinti (87,6%) in micro e piccole imprese. Nella trincea avanzata ci sono le aziende di quei settori con una maggiore intensità energetica: dalla metallurgia alla petrolchimica, dalla carta al vetro, dalla ceramica ai trasporti. Nei comparti manifatturieri energy intensive sono sempre più numerosi i casi in cui il divario tra costi e ricavi diventa insostenibile, costringendo al fermo dell’attività: a due anni dal lockdown si rischia, adesso, un lockdown energetico per 275 Mpi con 1.023 addetti. Il caro-carburanti colpisce il trasporto merci e persone, già piegato dalla pandemia, e comprime i margini di 689 Mpi con 3.091 addetti. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza

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