Cosenza

Domenica 28 Aprile 2024

Caro-energia e guerra: in tilt il settore turistico a Cosenza. Viaggio nella crisi

Corso Mazzini, isola pedonale all'altezza di piazza Kennedy a Cosenza

Ci vorrebbe una bombola d’ossigeno per far respirare la filiera del turismo rimasta lì, sulla mattonella dell’attesa, col fiato corto e un’orizzonte dalle flebili speranze. Gli spiragli ch’erano apparsi all’orizzonte in questo tempo sbilenco che s’appresta – ci si augura più che altro – a uscire dall’incubo nero della pandemia, sono rimasti solo spiragli, tenui bagliori, e niente più. Perché la guerra in Ucraina, afferma il presidente regionale di Assoviaggi-Confesercenti Dino De Santo, «è arrivata, col suo carico di conseguenze, non solo a darci altri dolori e amarezze, ma anche a mandare in crisi un settore che dopo oltre due anni di apnea stava tentando di tornare in superficie a respirare un po’ di aria buona». Il presidente regionale di Assoviaggi quando pronuncia la parola «crisi» precisa che non si riferisce al turismo in generale, categoria che nel suo complesso (tra alti e bassi) ha tentato di resistere alla pandemia e sta «stringendo i denti, anche se con molta difficoltà, visti gli aumenti – sottolinea De Santo – dei carburanti e del costo dell’energia, davanti a questo nuovo, imponderabile e nefasto evento». Perché i ristoranti, gli alberghi, gli stabilimenti balneari e i B&b hanno lavorato (e si presume continueranno a farlo anche in futuro) in modo pressoché apprezzabile, visto i tempi grami, anche nei due anni che, sottolinea De Santo, «ci siamo lasciati alle spalle». La crisi di cui parla il presidente regionale, nonché componente della segreteria nazionale di Assoviaggi, non è da attribuirsi, quindi, al cosiddetto «turismo fai-da-te» che molto spesso rientra nella generale categoria del «mordi e fuggi».

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