Le fibre più complesse dell’epidemia sono la trama di un tessuto coriaceo e minaccioso nei bollettini ufficiali. Nelle ultime 24 ore, l’Asp ha messo insieme 952 casi (tra le nuove diagnosi c’è anche quella del sindaco di Cetraro, Ermanno Cennamo, che l’ha resa nota con un post sui social) attraverso la lettura di 4.666 tamponi con un tasso di positività del 20,40%. Ma tanti altri test antigenici delle farmacie non sono entrati nel flusso dell’Istituto superiore della sanità per le ormai note difficoltà legate alla carenza di personale. E così, Le ansie si rovesciano come una macchia nera sulla linea del tempo e la misura dell’attuale circolazione del virus nel Cosentino è quella che riflettono i servizi assistenziali perennemente in affanno. Dentro ci sono storie di gente, di uomini e di donne che si ammalano, che guariscono, che peggiorano e muoiono. Trame di questa nostra umanità che s’intrecciano, inevitabilmente, con le difficoltà di un sistema salute devastato da un commissariamento senza fine. Una sanità che, nel Cosentino, mostra gigantesche falle all’interno di una rete territoriale che patisce bilanci perennemente in rosso. Nella storia di questi ultimi mesi s’inserisce anche quell’idea di ripescare dal passato alcune strutture cancellate dai tagli. Una dopo l’altra, sono stati richiamati in servizio i reparti di Medicina di Praia a Mare, Trebisacce e Cariati. Uno dopo l’altro sono stati arredati e rimessi a nuovo per ospitare malati non intensivi. Venti posti a Praia, dieci a Trebisacce e altrettanti a Cariati. Ma su quei letti non è stato mai trasferito un solo paziente Covid, nonostante le difficoltà degli ospedali in servizio. Il motivo? Il solito: la mancanza di personale. Servivano medici e infermieri che non si è riusciti a reclutare. Senza personale, i reparti sono stati chiusi ancora prima di essere riaperti. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza