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Scalea, imprenditori strozzati dall’usura: il racconto delle vittime

I particolari dell’inchiesta della Dda che ha portato all’arresto di tre persone appartenenti allo stesso nucleo familiare

Nicola Gratteri

Imprenditori “strozzati” dagli usurai. E anche continuamente minacciati. L’inchiesta della Dda di Catanzaro, che ha portato all’arresto di un nucleo familiare di Scalea, fotografa un quadro a tinte fosche. Venerdì mattina, su disposizione della Dda (guidata dal procuratore capo Nicola Gratteri), il gip ha disposto il carcere per Vito Della Gatta, 50 anni, e per il fratello Tammaro Della Gatta, 45. Mentre per il padre Pasquale Della Gatta, di 72 anni, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Un’altra persona è solo indagata. I tre arrestati sono accusati, a vario titolo, dei reati di usura in concorso, estorsione ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria, nel territorio di Scalea, con l’aggravante del metodo mafioso. L’inchiesta – coordinata dal procuratore capo Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto Romano Gallo – ha preso il via nel settembre del 2021, dalla denuncia di un piccolo imprenditore locale e gestore di un lido balneare a Scalea nella quale evidenziava un’attività usuraria iniziata con la concessione di prestiti privati. Le indagini sono state delegate alla Compagnia dei carabinieri di Scalea (guidati dal capitano Andrea D’Angelo) e coordinata dal comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Agatino Spoto. È proprio dalle intercettazioni che è emerso come gli arrestati avrebbero continuato non solo a pretendere i soldi dalle vittime ma anche a minacciarli.

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