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Cosenza, il Covid arretra lentamente lasciandosi alle spalle 10 morti

Il virus arretra, i bollettini lentamente ne cancellano il ricordo. L’ultima settimana è finita in archivio con un numero complessivo di 4.545 diagnosi comunicate quotidianamente dall’Asp e una incidenza cumulativa che è scesa a quota 677,17 casi per 100mila abitanti. Anche i reparti ordinari (anche se ieri si è registrato un saldo di 4 pazienti in più, senza contare il numero consistente di gente in attesa in Pronto soccorso) degli ospedali si svuotano in uno scenario di quiete ritrovata. La pandemia non sembra più avere quella prospettiva infinita delle scorse settimane anche se servirà altro tempo per liberarsi definitivamente delle scorie. Il problema è che non tutti gli indicatori precipitano in queste ore tra i declivi della matematica. Ci sono, in particolare, due parametri che si muovono ancora contromano. E sono i più pericolosi per le conseguenze. In Rianimazione (ieri, comunque, il numero degli intubati è rimasto stabile con una vittima e un nuovo ingresso), ci sono due malati in più rispetto a una settimana fa. E, poi, la contabilità del dolore continua ad aggiornarsi. Certo, gli esperti considerano i decessi come parte della storia dell’epidemia e del suo passaggio infuocato. Ma la storia sembra aggiornarsi nel Cosentino dove la curva della letalità fatica a piegarsi e nelle ultime 24 ore le comunità di Cosenza (la vittima più giovane, un 56enne), Bisignano, Castrolibero, Rende, San Pietro in Guarano, Colosimi, Diamante, Firmo e Spezzano Albanese (due morti), sono state nuovamente colpite al cuore dal Covid. Dieci vittime, quattro delle quali a domicilio, rispettivamente il 21 febbraio, l’8 marzo, l’8 e il 9 aprile. Dall’inizio della pandemia il Cosentino ha già salutato 1.030 suoi figli.

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