Sono tre i maxi incendi che da inizio anno si sono registrati nel cassanese e che accrescono l’immagine e la preoccupazione per un territorio stretto sempre più nella morsa della ’ndrangheta. Tre incendi, tre atti intimidatori di chiara matrice dolosa che riaprono il dibattito su come le imprese del cassanese continuino ad essere strette nella morsa del racket e dell’usura o siano vittime di vecchi regolamenti di conti e situazioni mai sanate e incancrenite dal passare del tempo. Su tutti e tre i casi indaga la Procura della Repubblica di Castrovillari ma ben presto i fascicoli potrebbero transitare alla Distrettuale antimafia di Catanzaro. Oltre ad essere di chiara matrice dolosa, infatti, gli episodi sottendono a una serie di intimidazioni di stampo ’ndranghetistico. Alcuni imprenditori colpiti dagli attentati vengono ritenuti dagli inquirenti vicini o hanno fatto in passato affari con aderenti alla “supercosca” Zingari-Forastefano che gestisce il malaffare nella Sibaritide. Altri sempre negli anni scorsi, invece, sono finiti in inchieste condotte dalla Dda di Catanzaro. L'articolo completo potete leggerlo nell'edizione cartacea - Calabria