Tutto da rifare. Sentenza annullata e nuovo processo. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del sostituto procuratore generale di Catanzaro, Salvatore Di Maio, ha disposto la celebrazione di un secondo processo di appello nei confronti di Gianfranco Ruà e Gianfranco Bruni, i due ergastolani cosentini, rei confessi del duplice omicidio di Marcello Gigliotti e Francesco Lenti, avvenuto nelle campagne di Rende nel lontano 1986. I magistrati giudicanti del capoluogo di regione (Presidente Cosentino; a latere Commodaro) avevano inflitto ai due imputati vent’anni di reclusione concedendo loro le attenuanti generiche grazie alla confessione resa 36 anni dopo il feroce crimine. Una confessione che, però, il pg Di Maio aveva ritenuto poco credibile e che l’aveva spinto a sollecitare, al contrario, la condanna di Ruà e Bruni all’ergastolo. Per il fatto di sangue è stata inflitta la massima pena prevista dal nostro ordinamento al boss di Rende, Francesco Patitucci, la cui posizione verrà invece vagliata in secondo grado giovedì prossimo. Gianfranco Ruà e Gianfranco Bruni, in prima istanza, al contrario di Patitucci, aveva scelto di essere giudicati con il rito abbreviato incassando trent’anni di pena. La condanna, come già accennato, era stata ridotta a 20 anni per effetto delle ammissioni di responsabilità fatte in aula.
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