Cosenza

Lunedì 25 Novembre 2024

Cosenza, bocciata la gestione dell’“Annunziata”

L’”Annunziata” affonda nelle sabbie mobili di un algoritmo senza soluzione. L’ultimatum dei sindacati rivela un malessere pronto a straripare. L’ospedale hub del Cosentino è il simbolo della resa della sanità alle nostre latitudini. Mancano camici bianchi in ogni reparto. Persino in quello di prevenzione e protezione c’è un solo medico attualmente in servizio che, tra le varie competenze (compresa la gestione delle quarantene del personale sanitario contagiato), c’è anche quella delle visite per l’assunzione al nuovo personale. Domani dovrebbe toccare a sette degli operatori socio sanitari in graduatoria. Un impegno difficile da rispettare. Ma senza il nulla osta gli Oss non potranno prendere servizio. Così funziona la sanità in questa nostra terra, una sanità che non è in grado di garantire il sacrosanto diritto all’assistenza. Tra riordini e razionalizzazione della spesa, sono stati cancellati ospedali, tagliati posti letto, ridotti medici e infermieri in corsia. Risparmi su risparmi essenzialmente per assicurare le poltrone d’oro a manager e commissari indicati dai partiti. Sulla carta, il riordino della rete ospedaliera avrebbe dovuto far lievitare i livelli delle cure, nella realtà ha prodotto una sistema incapace di tutelare i cittadini. L’allarme viene lanciato dal leader dell’Anaoo, Luigi Ziccarelli, «è tutto il modello che è sbagliato. Si è creato un sistema che concepisce il malato come un costo all’interno di un bilancio e non più come una persona da curare. Io penso che se servono medici, infermieri, operatori socio sanitari, bisogna assumerli. In gioco c’è la salute dei cittadini. Il diritto alle cure è sacrosanto, e non c’è budget che tenga. E, invece, si è arrivati a stabilire persino i tempi di durata delle visite entro i quali si considera produttivo quel determinato servizio. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza

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