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Cosenza, i medici in fuga dall’“Annunziata”

Carichi di lavoro insopportabili, così tramonta il sogno dei giovani professionisti dopo anni di studio tra università e specializzazione

La sanità è fatta di numeri, di soldi, di sprechi e, soprattutto, di dolorosi tagli. Provvedimenti che vengono tecnicamente definiti piani di riorganizzazioni delle reti ospedaliere. In realtà sono diete dimagranti che con gli ospedali cancellano anche la speranza dei malati di ricevere cure dignitose. L’“Annunziata” oggi è la sintesi del disastro con reparti ridotti, piccole strutture accorpate, sforbiciate ai posti letto e rinuncia a medici e infermieri. E non solo. Col personale sanitario spariscono anche tecnici e amministrativi. L’ultima falla si è spalancata nel centralino dell’azienda dove, per tutto il mese di maggio, sarà impiegato un solo operatore per turno (mattino, pomeriggio e notte) ma in alcune giornate la postazione resterà scoperta con inevitabili disservizi per l’utenza. Insomma, prima era un problema tecnico, adesso è un problema di... tecnici. Fuggono, tutti in ospedale. Anche i medici. E il presidente dei “camici bianchi” della provincia, Eugenio Corcioni, lancia l’allarme: «La situazione all’“Annunziata” è tragica, serve urgentemente opera di credibilità da parte di chi lo gestisce. La Regione, poi, deve individuare persone che non abbiano il trolley come strumento di lavoro».

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