Il Cosentino si agita dietro le quinte di uno spopolamento globale annunciato da dati statistici che stanno progressivamente modificando la consistenza delle città. Non esiste equazione esatta per spiegare il fenomeno demografico in atto in queste nostre terre. Bisogna fidarsi dei numeri. Statistiche che evidenziano un moto irreversibile in uscita: dal primo gennaio del 2019 al primo gennaio del 2022, secondo le stime Istat, sono “spariti” dai registri dei comuni ben 24.434 abitanti, il 3,64% della popolazione residente, la quarta città della provincia. E col saldo di gennaio gli assenti salgono a quota 25.095. Spine ma anche gioie. Questo non è solo un pezzo di Calabria screpolato dall’emigrazione, qui c’è anche il segreto della lunga vita. Nel Cosentino vivono, complessivamente, ben 219 persone che hanno raggiunto (e molti superato) il secolo di vita con prevalenza femminile (178 contro appena 41 maschi). La città più longeva è Cosenza con 33 centenari (9 uomini e 24 donne).
L’analisi
Secondo gli esperti, la contrazione “fisiologica” della popolazione è ancorata, inevitabilmente, alla crisi delle nascite. Il crollo delle natalità è un processo che è conseguenza del nostro sistema produttivo sempre più impregnato di negatività che continuano a scuotere dalle fondamenta i fragili equilibri sociali, economici ed occupazionali cosentini.
Allarme rosso
Precipita la popolazione in tutto il Cosentino che, nell’ultimo quadriennio (2019-2022), ha perso la bellezza di 24.434 abitanti (i residenti sono scesi dai 695.605 del 2019 ai 671.171 del primo gennaio di quest’anno). Una emorragia che si riscontra in tutte le città: Corigliano Rossano ha perso 1.465 abitanti, Cosenza 2.389, Castrovillari 1.041, Montalto 242 e Acri 1.069. L’unica realtà urbana in controtendenza è Rende che fa registrare una performance positiva di 855 residenti in più. E le proiezioni sul 2022 non sono confortanti. Nel primo mese dell’anno si registra una contrazione di 661 abitanti. Trend confermato a febbraio con un altro -492.