La nuova frontiera delle investigazioni. Il vicecapo della Polizia, il prefetto Vittorio Rizzi, ha tenuto a Palazzo Arnone, nel cuore del centro storico di Cosenza, un lectio magistralis sulle tecniche di indagine adottate dalle forze dell'ordine italiane per fronteggiare i vari tipi di criminalità. Rizzi è intervenuto a un incontro promosso dal questore della città dei Bruzi, Giovanna Petrocca, per presentare il volume che il direttore generale della Polizia criminale italiana, la docente universitaria romana Anna Maria Giannini e altri 27 autori, hanno da poco mandato in stampa. Il testo s'intitola "Investigare 4.0" ed è stato adottato da varie università della Penisola. Del volume hanno parlato il procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo e il professore Mario Caligiuri dell'Università della Calabria. Il prefetto Rizzi ha spiegato come gli strumenti di indagine si siano adeguati in questi anni per fronteggiare le emergenze criminali, accennando alla storia di Bernardo Provenzano, arrestato dalla polizia nel 2006 in Sicilia, che «comunicava tramite "pizzini"» e a quella di Rocco Morabito, ammanettato invece in Sudamerica nei mesi scorsi, che comunicava con i sodali solo attraverso"app" criptate. All'incontro tenuto a Palazzo Arnone erano presenti, tra gli altri, il procuratore generale di Catanzaro, Giuseppe Lucantonio, il prefetto bruzio, Vittoria Ciaramella e i questori di Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia,