Sono state cause naturali e non strutturali a determinare il deragliamento del treno nel dicembre del 2017 che provocò la chiusura della galleria Santomarco. È questa la sintesi delle relazioni dei periti della difesa che saranno sentiti nel corso delle prossime udienze del processo. Sul banco degli imputati ci sono Emilio Luppoli (che era stato indagato in qualità di capo della manutenzione per Rfi) e Giovanni Vigile (all’epoca dirigente dell’unità territoriale Nord Paola per Rfi). I due imputati sono accusati di disastro ferroviario. Nella prossima udienza sarà centrale la relazione tecnica stipulata dai consulenti della difesa che è stata già depositata. I periti di parte hanno evidenziato come quel deragliamento (che per fortuna non ebbe cause peggiori) sarebbe stato provocato da cause naturali e non da cause strutturali. Anche i consulenti nominati dalla Procura (le indagini sono state condotte dal pm Rossana Esposito) per mesi hanno effettuato lunghe e complesse analisi focalizzate soprattutto sui materiali. Subito dopo l’incidente i periti della Procura fecero numerosi sopralluoghi e carotaggi per valutare lo stato dei binari. Secondo le indagini, quell’incidente sarebbe stato causato anche da «negligenza e imperizia». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza