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Cosenza, l’Asp chiude le Usca: il Covid ringrazia 

Ieri primo giorno senza i gruppi di continuità assistenziale impegnati sul territorio mentre l’infezione torna a dilagare. Rete territoriale colabrodo, torna l’assedio all’“Annunziata”: ieri 16 pazienti in Pronto soccorso. Risalgono i casi pediatrici in ospedale. Nella Rianimazione è ricoverato un bimbo di un anno

Le Usca? Per l’Asp sono una pratica archiviata. I 72 medici delle Unità speciali di continuità assistenziale tornano nei presidi di guardia medica a somministrare tachipirina e a prescrivere fermenti lattici per il colon irritabile. L’esperienza di due anni nella trincea covid proseguirà attraverso la scelta facoltativa (ma in molti stanno rinunciando) delle ore di servizio aggiuntivo per continuare a dedicarsi a tamponi, vaccini e alla somministrazione di terapie precoci. Sul territorio, il nuovo fronte anticovid, da ieri, è garantito dai medici di medicina generale e dal 118 (le cui ambulanze sfiancate da chilometraggi infiniti continuano a girare senza dottori a bordo). La strategia di contenimento della pandemia, per ora, in via Alimena non aggiunge altre opzioni. I vertici dell’Azienda sanitaria ignorano, evidentemente, l’attuale scenario epidemico nel Cosentino, una terra che arde in mezzo a nuovi focolai. A Paola si contano, solo nelle ultime ore, 30 nuovi positivi dopo un matrimonio, e a Saracena si parla di un centinaio di persone in fila per i tamponi dopo una festa in montagna. Siamo sul bordo della quinta ondata ispirata, evidentemente, dalle liberalizzazioni. Il frettoloso abbandono delle mascherine al chiuso, la rinuncia al distanziamento per limitare assembramenti, e l’igiene delle mani, sempre più rara come abitudine, hanno spianato la strada al Covid che si è moltiplicato in fretta nei bollettini in queste ultime settimane.

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