L’“Annunziata” è in guerra lungo quel fronte sempre più ampio dilatato dal Covid. La guerra che si combatte, di giorno e di notte, è per la vita. Nel Pronto soccorso si vive la tragedia di un sistema-salute che continua a piegarsi nell’acqua cupa della disorganizzazione. E così capita che un paziente venga spostato come un pacco da un ospedale all’altro e che ci si dimentichi di informare i familiari. Don Germano Anastasio, guida della parrocchia dedicata alla Vergine di Lourdes, dopo essere stato riferimento a Portapiana e abate a San Giovanni in Fiore, racconta la sua disavventura: «Venerdì 8 luglio, la mia cara zia Annina fu ricoverata nel reparto di Ortopedia o in quello di Malattie infettive, secondo quanto mi venne riferito. Una sistemazione in corsia in attesa di essere sottoposta ad intervento chirurgico per la riduzione della frattura del femore». Col ritorno del Covid, molti reparti sono stati blindati. E così, don Germano, ieri si è informato sull’effettivo ricovero in reparto e sulle condizioni della parente. Ma la risposta ricevuta lo ha disorientato: «Purtroppo, mi è stato detto che mia zia, già domenica sera alle 19, era stata dimessa e trasferita in altro ospedale. Arcano il mistero. Mi sono trovato nelle condizioni, dettate da umana agitazione, di dover far intervenire degli amici per scoprire la nuova collocazione della zia Annina». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza