Un funzionario solerte dell’Asp, un mesetto fa, aveva annotato in un rapporto anomalie nell’assegnazione delle auto di servizio. Ben 260 vetture aziendali che, ogni giorno, macinavano chilometri sulle strade della provincia per motivi di lavoro. Ma qualche volta i percorsi diventavano molto più lunghi e gli orari più estesi da far pensare a possibili distorsioni nelle modalità d’uso degli automezzi per servizi di mobilità aziendale. Uno scenario opaco che infastidì il direttore facente funzioni dell’Ufficio tecnico patrimoniale di via Alimena, l’ingegnere Antonio Capristo. Il manager firmò una scrupolosa relazione e una circolare fu inviata a tutti i distretti sanitari. Quegli atti sono diventati la traccia di una indagine che ha spinto la polizia fin dentro gli uffici dell’Azienda sanitaria per acquisire montagne di documenti. Il riserbo, ovviamente, è impenetrabile ma pare che gli agenti si siano informati anche sulle ore di servizio effettivamente registrate dai dipendenti in relazione all’utilizzo dei veicoli. L’ipotesi per cui si indaga è il peculato d’uso. La trama è quella dell’impiego di un bene pagato dal contribuente per un mero e poco nobile interesse privato. Una pretesa che dovrà, tuttavia, essere riscontrata attraverso l’analisi dei fogli di missione, delle distinte carburanti e dei chilometri effettivamente percorsi dai mezzi. La vicenda riporta sott’inchiesta la sanità degli sprechi, con conti sempre meno tonici a causa del disavanzo milionario, che continua a sovraccaricarsi di negatività. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza