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Rubano la carrozzina a studentessa disabile, il racconto della giovane di Belvedere: "Sono le mie gambe"

«È tutto uno strazio. Quella carrozzina elettrica da anni mi consente di muovermi, di avere una vita normale a Siena. Sono le mie gambe. L’hanno distrutta solo per far un giro nella città. Mi devono spiegare questi che hanno compiuto un simile gesto, se hanno capito la gravità della faccenda. Per un loro divertimento che lede la mia dignità di persona, che è quello che faccio da una vita. Vivere da persona normale. Non mi fermerò: non lascerò che questa storia cada nel dimenticatoio. Non me ne faccio nulla delle passerelle: vorrei la solidarietà concreta delle persone e delle istituzioni». È un fiume in piena Clementina Spinelli, 34enne di Belvedere, studentessa di Archeologia a Siena. Nella cittadina toscana vive da sola. Lì, tra venerdì e sabato scorso, dei ragazzi hanno rubato la sua carrozzina elettrica. Ha il permesso di lasciarla sotto casa. Dei passanti hanno visto dei ragazzi avvicinarsi al mezzo di Clementina, intimandoli ad andarsene. Ma non hanno demorso e nel cuore della notte sono riusciti nel loro intento.

In giro per i vicoletti di Siena, senza saperla guidare. Tanto che in una curva avrebbero sterzato male e ridotto la sedia in tanti pezzi. Adesso quel che rimane della carrozzina di Clementina è in custodia dal parroco di Siena. Lei, da maggio a Belvedere, è stata avvisata dell’accaduto e da qualche giorno non sa darsi pace. «Se io mi fossi trovata a Siena, dove abito da sola, come avrei fatto a vivere, a campare, senza carrozzina? Se mi fossi accorta di quel che stavano facendo, che mi poteva succedere?», si chiede Clementina, che nelle ultime ore, insieme agli avvocati Eugenio Greco e Norina Scorza, ha sporto querela contro ignoti. E mentre la notizia fa il giro di tutta Italia, suscitando rabbia verso gli autori del gesto – rintracciati dalle forze dell’ordine – la 34enne chiede che le istituzioni si attivino nel farle avere una carrozzina nuova quanto prima. «Chiedo al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, di mettersi una mano sul cuore e di fare tutto il possibile. La carrozzina mi viene assegnata ogni 6 anni. Questa ce l’avevo da 3. Ora devo fare tutto l’iter, solo per un atto che non riesco neanche a definire. Non sanno che significa sottoporsi a questi controlli. Se non mi viene data una carrozzina nuova non potrò tornare a Siena a settembre».

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