
L’Officina delle Arti non chiuderà battenti e non cadrà nell’oblio. Eduardo Tarsia, fondatore dello storico teatro-laboratorio che sorge nel quartiere Spirito Santo ove un tempo era allocata la prima centrale Enel della città, ne è sicuro. Solo che ha bisogno del sostegno di tutti: delle Istituzioni, in particolare, alle quali non bussa a denari ma chiede occasioni di lavoro. Quello di Tarsia con gli enti pubblici è un rapporto inesistente: «Non ho mai chiesto da quando ho aperto l’Officina soldi a nessuno. Qui, in questi 200 metri quadrati di struttura, abbiamo prodotto spettacoli, promosso incontri culturali, fatto musica con il solo sostegno del nostro pubblico di soci. Abbiamo dato lavoro e pane a tanta gente» spiega con orgoglio «rinunciando ad elemosinare finanziamenti e sovvenzioni varie. Eppure tutti gli artisti che hanno bussato alla nostra porta hanno trovato accoglienza e occasioni di lavoro. Le Istituzioni non possono, dunque, ignorare una realtà come questa.»
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