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Cimitero Rende, nel centro storico rispuntano le salme in attesa di sepoltura

L’attacco della Fed: l’amministrazione comunale persiste nella sua strategia di privatizzare beni e servizi pubblici

Altro che allargamento e soluzione del problema, ormai storico, delle bare da tumulare. A distanza di venti giorni la situazione nel vecchio cimitero cittadino, sulla strada che porta al borgo antico, è tutt’altro che migliorata. «Ci verrebbe da dire che a Rende ci sono morti di un Dio minore. È da anni che stiamo segnalando e denunciando il degrado che attanaglia il cimitero comunale del centro storico. Invece di pensare alla normale pulizia, decoro e ordine di un luogo sacro per i cittadini rendesi, l’amministrazione pensa a come affidare ad un privato la struttura esistente e il suo ampliamento.
La mancanza di rispetto per i defunti e per le loro famiglie ha raggiunto veramente livelli di indecenza», la denuncia – l’ennesima – della Federazione riformista. I principiani allegano anche una foto scattata nell’ultima domenica di luglio, due giorni fa. Sul cimitero la diatriba politica non conosce soste, insomma. «L’amministrazione Manna persiste nella sua strategia di privatizzare beni e servizi pubblici. Dopo il tentativo fallito di realizzare un nuovo cimitero tra i castagni al confine con San Fili, con un project financing che avrebbe affidato la gestione dei relativi servizi ad un privato, pensavamo che il sindaco Manna fosse rinsavito e avesse abbandonato questa idea sbagliatissima», avevano scritto dalla Federazione riformista alla notizia dell’approvazione - da parte della Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino meridionale – per l’ampliamento a valle del cimitero esistente. Ed, invece, no.

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