Soldi che arrivano (quelli dell’emergenza Covid) ma non finiscono nelle tasche degli operatori sanitari in trincea da tempo. Premio di produttività? Neanche a parlarne. Personale sempre insufficiente. All’Annunziata, insomma, il ritornello è sempre lo stesso. Cambiano i musicanti ma la musica è sempre la stessa. L’emblema di questo quadro a dir poco precario che si riflette negativamente sull’utenza è il Pronto soccorso. Con infermieri e Oss che sono stremati.
Le segreterie territoriali di Fials e Fsi-Usae hanno stilato l’ennesimo documento di denuncia. «I lavoratori sono continuamente sottoposti a insopportabili carichi di lavoro che determinano stress psicofisico e potenziali (quasi certe) esposizioni a rischi nell’esercizio delle proprie funzioni con conseguenti ripercussioni sugli utenti della sanità», affermano i responsabili locali delle due sigle, «ai cittadini deve essere garantito il diritto alla salute ed ai lavoratori i diritti fondamentali derivanti dalle conquiste acquisite nel tempo e dal rispetto degli istituti contrattuali definiti».
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