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Bar e ristoranti a Cosenza, se l’usura è alternativa al crac

Con l’impossibilità di ottenere sostegni dagli istituti di credito gli imprenditori potrebbero cedere alla tentazione dei prestiti privati. Bollette energetiche quintuplicate in un anno e prezzi delle materie prime alle stelle. Crolla la clientela: ben 34mila cosentini hanno chiesto aiuto al Banco alimentare

Una veduta della città di Cosenza

Un infinito di solitudine riempie da giorni i luoghi di lavoro nei quartieri. Pizzerie, bar, ristoranti, sono tutti vicini al crac. Ci sono migliaia di piccole attività in città che rischiano di restare schiacciate dal peso dei costi non più sostenibili. Fuori controllo le spese energetiche, senza contare i prezzi delle materie prime che occorrono per preparare pizza o caffè, primi o panini. Gli importi astronomici delle bollette di luce e gas continuano a strangolare gli imprenditori che si ritrovano a fare i conti con i pigmenti lividi di una crisi sempre più affilata che sembra volgere all’irreversibilità. Alcune attività hanno già abbassato la saracinesca. Per altre, la fine sembra questione di giorni. Ma c’è anche chi prova a resistere nonostante la bolletta quintuplicata e gli affitti che vanno pagati. Ogni mattina ripartono, sperando che sia meno dura. Vanno avanti pensando a quel lavoro che per loro è passione, pensiero costante e che oggi, però, è diventato ossessione. Impensabili nuovi aggiornamenti dei listini, finirebbero per disperdere ciò che rimane di una clientela che continua ad assottigliarsi perché si sono assottigliati anche i flussi di reddito che entrano nelle case. Del resto lo testimoniano i dati del Banco alimentare che nell’ultimo hanno registrato ben 34mila richieste di aiuto per beni di prima necessità.

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